Quando qualche mese fa Francesca Albani ha proposto, a me e al nostro Ordine, la collaborazione con l’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera italiana, per proporre a Novara, la mostra “La tettonica dell’assemblaggio”, il Consiglio del nostro Ordine ha dato subito la propria disponibilità, abbiamo ritenuto che questa fosse un’occasione unica e da non perdere, in particolare perché la figura di Mangiarotti incarna quello che già da qualche anno alla presidenza dell’Ordine, con i colleghi di Consiglio, abbiamo cercato di portare avanti, ovvero mettere in evidenza e porre all’attenzione, la professione, professionalità e il carattere eclettico del nostro lavoro.
L’evento arriva nella nostra città, ma soprattutto per la prima volta in Italia, con una mostra dedicata ad uno dei maestri del design italiano, una figura eclettica che ben rispecchia le caratteristiche che sempre dovrebbe avere un architetto, elementi distintivi che da tempo il nostro Ordine sta facendo in modo di porre all’attenzione dei cittadini e delle istituzioni del nostro territorio.
La figura dell’architetto deve avere mille sfaccettature, per rappresentare al meglio le idee ed i desideri dei committenti, per dare il proprio contributo per rendere gli spazi che ci circondano piacevoli, vivibili e a misura d’uomo.
Angelo Mangiarotti era quello che un progettista dovrebbe essere, era architetto, ma anche o forse soprattutto designer, ma anche o forse soprattutto scultore e con la sua forte, eterogenea, multiforme e complessa personalità ha lasciato una traccia indelebile nello stile architettonico del nostro Paese.
Per Novara è un’opportunità unica di far conoscere ai cittadini un maestro dell’architettura, magari poco conosciuto dai “non addetti ai lavori”, ma che ben incarna la passione del voler fare, del creare, del bel progetto, in un periodo storico che ha segnato la rinascita dell’Italia negli anni del secondo dopoguerra.
Erano anni di grande fermento, di ricerca architettonica, di approfondimenti critici, dove il progettista aveva la possibilità di affrontare temi molto diversi tra loro, con l’innovazione del pensiero che in quel periodo dava vigore alla progettazione e al mestiere dell’architetto.
Oggi il nostro percorso di progettisti è ben diverso, legato a vincoli normativi e burocratici che limitano l’idea e spesso tarpano le ali alla buona progettazione, ma guardandoci intorno, guardando a quello che è diventato il nostro ambiente costruito, dobbiamo ritrovare quella passione per il nostro lavoro che maestri, come Angelo Mangiarotti, hanno saputo plasmare in architetture di grande scala (edifici, spazi espositivi, ecc.) e in oggetti di design, passando attraverso le sue opere artistiche, modellando materiali diversi ed adattandoli alle proprie idee.
Con queste mie poche righe e considerazioni spero di aver al meglio posto in evidenza la figura di un architetto che ho molto amato in periodo universitario, per le sue opere fatte di linee schiette ed essenziali, modellate per far esaltare e risaltare la materia e il disegno, il coinvolgimento che mi deriva osservando le sue opere non è tanto dovuto all’opera stessa al “ciò che ha fatto”, ma per come mi ha sempre dato l’impressione che l’abbia fatto. Ogni tratto di matita, ogni linea retta o curva mi ha sempre comunicato coinvolgimento e passione, quella vera per il proprio lavoro e per la propria professione, passione per i materiali plasmati e per gli oggetti di design che ne sarebbero nati, passione per l’architettura.
Lo spazio è punto di partenza di ogni nostro lavoro, lo spazio è quella realtà oggettiva con cui gli architetti si devono confrontare prima di iniziare ad operare, quella che diventerà realtà soggettiva.
Lo spazio declinato in tutte le sue sfumature: usato e abusato, libero e costruito, ma comunque àmbito dove gli architetti operano e basano la propria progettazione.
Nelle opere di Mangiarotti vedo le forme e sento le emozioni che le hanno plasmate e in quello che osservo percepisco le espressioni del nostro operare di architetti.
Per tutto questo è stato un grande onore fare in modo di ospitare nella nostra città la mostra monografica e scrivere questa breve introduzione.
Arch. Nicoletta FERRARIO
Presidente Ordine Architetti PPC di Novara
e Verbano Cusio Ossola

Mostra dedicata ad Angelo Mangiarotti “La Tettonica dell’Assemblaggio”
DATE
Maggio 6, 2019